Passo-passo
Link: https://economiacircolare.com/guerra-in-ucraina-serve-una-mediazione-piu... Iniziamo con una domanda quasi d’obbligo: questa guerra si poteva evitare? |
Inizio qui la pubblicazione di una serie di articoli che sto pubblicando su economiacircolare.com Link: https://economiacircolare.com/guerra-ucraina-pace-senza-armi/ Pace e guerra, violenza e nonviolenza, sono tra gli aspetti più importanti che orientano qualsiasi organizzazione sociale e quindi, anche, qualsiasi progetto di società. Quando nel 1945 nasce l’Onu, e quando, subito dopo, nel 1948, si stila la Dichiarazione universale dei diritti umani, si cerca di sancire una “pace universale” e un pacchetto di “diritti dell’uomo e di libertà fondamentali” che riescano a fondare per la prima volta la pace planetaria sulle macerie di un massacro mondiale che l’umanità non aveva mai conosciuto. E che non si riduce solo all’olocausto o alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Due straordinari orrori e crimini contro l’umanità che, come si era resa conto anche la filosofa di origine ebraica Hannah Arendt nel caso dell’olocausto, non rientrano neanche più nella categoria di “male”, perché sono espressione di un “male radicale” che annienta l’umanità come tale. La guerra in Ucraina e il tradimento dell’Ue |
La lezione tenuta all'università di Ferrara quest'anno. |
Posto qui l'intervista a Alfonso Maurizio Iacono uscita su Economia Circolare: https://economiacircolare.com/capitalismo-crisi-climatica-economia-circo... Già ordinario di storia della filosofia all’Università di Pisa, Alfonso Maurizio Iacono è uno dei più autorevoli pensatori italiani dell’epistemologia della complessità (ha, per esempio, fondato il laboratorio filosofico sulla complessità Ichnos). In questa “intervista costruttiva” ci accompagna nel nostro ragionamento pubblico su crescita, ambiente ed economia, mettendo a fuoco nodi problematici e prospettive di trasformazione. Se guardiamo all’economia dominante, sembra che si possa affermare che lo sviluppo economico portato dalla globalizzazione neoliberista, almeno dal 2001 in modo chiaro, si è orientato verso una scelta “militarista” di sviluppo del mercato globale delle armi, di un’economia del “warfare”, piuttosto che sulla riconversione ecologica, ovvero in base al fatto di ripensare l’intera economia a partire dai problemi, dalle questioni e dalle necessità che le urgenze della crisi ecologica sin dagli anni ‘70 del secolo scorso hanno posto drammaticamente all’ordine del giorno a livello globale e locale. Condivide questa lettura? Cosa ne pensa? Intanto esiste un problema relativo al neoliberismo. Fermo restando che la questione del neoliberismo è precipitata dagli anni 2000, per come la vedo io il processo è iniziato grosso modo negli anni ‘80, quando si è cominciato a smantellare tutta una serie di conquiste ottenute negli anni ‘70. In sostanza, molto dipende dai punti di riferimento: se devo avere come punto di riferimento lo Stato, come uno dei... leggi tutto .... |
Sono lieto di annunciare la nascita della mia pagina web di Consulenza Filosofica "Metabolé – La Consulenza Filosofica del XXI secolo". In questa pagina si può prendere appuntamento per una Consulenza, entrare in contatto, e trovare alcune informazioni e del materiale per capire cosa è la "Consulenza filosofica trasformativa". Ecco il link: https://emanueleprofumiconsulenzafilosofica.wordpress.com/ |
Posto qui la lezione aperta tenutasi l'8 Aprile a Venezia. Oggi, all'Università di Venezia, terrò una lezione aperta sul tema: "La Pace in Movimento, nonviolenza e politica alla prova della storia". Alle 15:45, ora italiana. Please download and import the following iCalendar (.ics) files to your calendar system. Join Zoom Meeting Meeting ID: 844 7279 2150 |
Davanti alla barbarie che si sta consumando in Ucraina, da dove cominciare la riflessione critica? Si potrebbe ricordare come l’ordine mondiale non è mai stato, neanche con la fine della guerra fredda, un ordine “pacifico”, e men che meno, fondato sul principio della Pace. La globalizzazione neoliberista che si è imposta negli anni ‘90 e si è rafforzata con la Guerra al terrorismo dopo l’11 Settembre, è stato un tentativo criminale di imporre un ordine globale guidato dalla potenza militare degli Usa. La Nato è stata rilanciata nel ‘99 proprio per affermare questo nuovo ordine. Si è allargata nell’Est Europa e ha sviluppato una strategia in Asia (India, Giappone, Australia), esattamente in funzione di questo progetto. Ha attivamente aggredito Paesi come la Serbia, e partecipato ad altre guerre di aggressione. La guerra in Ucraina è un momento di passaggio, perché è una “risposta” su questo terreno, da parte di un altro “attore” armato che ha deciso di imporre un’altra prospettiva rispetto all’ordine mondiale, seguendo però la stessa logica (e lo stesso linguaggio mediatico) delle missioni di pace internazionali a cui anche l’Italia ha partecipato attivamente. L’Ucraina ha questa novità storica: è un momento decisivo, un passaggio da questo ordine mondiale a un altro. Bipolare e multipolare allo stesso tempo. Ma sempre incentrato sulla supremazia militare e sulla guerra. Ancora una volta in modo esplicito, dopo la fine della seconda guerra mondiale, sulla logica di potenza. Ormai lontano dalle prospettive multilaterali intraviste dopo la seconda guerra mondiale, questo nuovo ordine mondiale è cinicamente ritornato ad affermare come buon senso principi e prospettive realiste e imperialiste che hanno portato alle più grandi catastrofi della storia dell’umanità. Stiamo passando dalla “Guerra... leggi tutto .... |
Pubblico qui l'intervista che ho avuto con Serge L. sulla trasformazione dell'economia dominante. Serge Latouche è senza dubbio il padre nobile del movimento della decrescita, di cui si parla ormai da diversi decenni con sempre maggiore interesse. Nonostante le sue precarie condizioni di salute, siamo riusciti a farlo intervenire nel nostro dibattito sull’alternativa economica al modello attuale, insostenibile dal punto di vista ecologico. Con il suo caratteristico temperamento composto e rispettoso, il suo volto acuto, a metà strada tra Corto Maltese e Sean Connery, ha spiegato e EconomiaCircolare.com perché l’unica soluzione davanti alla crisi ecologica è abbandonare definitivamente l’economia. Iniziamo con una domanda ineludibile: cosa pensa dell’economia circolare? La possiamo considerare come parte del progetto della decrescita? Conosco l’economia circolare da diversi anni ormai, da quando la regista Madame Cosima Dannoritzer stava girando un film di un certo successo, “Made to break”, in cui veniamo intervistati io e Michael Braungart, autore della bibbia dell’economia circolare, “Cradle to cradle”. L’idea di un’economia che non funziona più in modo lineare, bensì circolare, è perfettamente in sintonia con il progetto della decrescita. È uno strumento per ridurre l’impronta ecologica. |
Posto qui una prima riflessione sull'alternativa economica che ho pubblicato su Economiacircolare.com È possibile affrontare davvero la profonda crisi ecologica senza capire come superare una società-mondo ormai pervasa da quello che, prendendo a prestito un’idea dell’antropologo Marcel Mauss, si potrebbe chiamare “fatto sociale totale”? Mi riferisco a ciò che comunemente si chiama “capitalismo” nella sua ultima fase devastante, ovvero la cosiddetta globalizzazione neoliberista. Per affrontare un dibattito pubblico sull’alternativa economica ecologicamente sostenibile, come stiamo facendo con coraggio su questa rivista, si dovrebbe iniziare a rispondere a partire da un’altra coppia di domande. Cosa segna maggiormente la realtà del capitalismo neoliberista? La prospettiva teorica dell’economia accademica può davvero aiutarci ad elaborare un’alternativa? Il neoliberismo, ultima espressione del doppio imperialismo economico capitalista Cominciamo dall’inizio. Se diamo credito ad uno dei maggiori critici del capitalismo del secolo scorso, Cornelius Castoriadis, possiamo affermare che il neoliberismo radicalizza le caratteristiche principali del capitalismo e del suo immaginario. Castoriadis, infatti, riteneva che il capitalismo fosse una “creatura moderna” profondamente guidata dall’idea di controllo totale. Questa convinzione si radica nel modo di pensare e rendere effettiva la forma economica portata avanti sin dalla nascita delle banche, e costituisce il motore nascosto dello sviluppo tecnologico, oltre ad essere ormai un postulato pervasivo ed implicito dell’immaginario sociale delle società... leggi tutto .... |
Posto qui il mio articolo pubblicato su Economiacircolare.com sul senso del paradigma della circolarità nell'attività di trasformazione sociale. Un punto di riferimento imprescindibile per ripensare la politica e non solo l'economia. Prima ancora di nascere, il “Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale” del Pnrr è già un’occasione mancata. Lo scorso 28 settembre, molti mesi dopo il suo primo annuncio ufficiale, il premier Mario Draghi ha detto che “a breve” verrà definito questo organo di governance. L’unico, nei fatti, a contemplare la presenza della società civile organizzata nel Piano di allocazione delle risorse europee. Attorno al Tavolo ci saranno praticamente tutti coloro che si pensa rappresentino le istituzioni più rilevanti della società italiana: rappresentanti di non bene specificate “parti sociali”, il “sistema dell’università e della ricerca”, membri della “società civile”, della “cittadinanza attiva” e degli “enti locali”, oltreché ovviamente del governo, delle regioni e niente di meno che di “Roma capitale”. Staremo a vedere cosa ne uscirà fuori. Staremo a vedere, appunto, come sempre. Totale mancanza di partecipazione |